La Roma delle leggende: la fondazione della città


La leggenda sulla nascita di Roma iniziò a circolare quando ormai Roma era una città grande e potente, fu narrata da Virgilio nell'Eneide e dallo storico latino Tito Livio.
Ed ecco come andarono i fatti, secondo loro...

Enea, sfuggito con il padre e il figlio alla distruzione di Troia, dopo una lunga navigazione approdò sulle coste del Lazio, presso la foce del Tevere, dove viveva il popolo dei Latini, governato  dal re Latino che li accolse in pace e diede ad Enea in moglie sua figlia Lavinia.
Dall'unione di Enea e Lavinia nacque un figlio, Ascanio, che da adulto fondò una nuova città, Albalonga. Per tre secoli la popolazione visse in pace e prosperità fino a quando un traditore, Amulio, cacciò il legittimo re, Numitore, uccidendone i figli maschi e costringendo la figlia femmina, Rea Silvia, a diventare sacerdotessa per impedire la nascita di eredi legittimi di Albalonga.

storia di Romolo e Remo e la nascita di RomaMa Rea Silvia generò due gemelli  maschi dall'unione con il dio Marte, che di lei si era follemente innamorato, questi erano Romolo e Remo.  Giunta ad Amulio la notizia della nascita dei bambini, questi ordinò che fossero immediatamente uccisi  ma la madre, per salvare loro la vita, li affidò alle acque del Tevere dove, protetti da una cesta, approdarono  sulla riva del Colle Palatino. I due neonati furono trovati da una lupa, che li allattò fino a quando il pastore Faustolo li salvò.

leggenda della fondazione di RomaDiventati adulti e appresa la loro storia Romolo e Remo tornarono ad Albalonga, spodestarono Amulio e restituirono il trono al nonno Numitore, decidendo che avrebbero fondato una città sul luogo del loro ritrovamento.
Ma chi avrebbe dato il nome alla nuova città? Romolo e Remo decisero che sarebbe stato chi dei due avesse avvistato il maggior numero di uccelli scrutando il cielo e iniziarono a contare fino a quando non fu chiaro che il vincitore fosse Romolo che prese quindi un aratro e iniziò a tracciare il solco per indicare dove sarebbero sorte le mura della nuova città.
Remo però, accecato dalla gelosia, oltrepassò il solco e iniziò ad insultare il fratello. Lo scontro fu inevitabile e Romolo, offeso, lo uccise, diventando così il primo re della città a cui diede il nome di Roma. Questi fatti accadevano il 21 aprile del 753 a.C.



origini della civiltà Romana
La leggenda continua. Roma era nata, Romolo aveva accolto i pastori dei dintorni nella città ma mancavano le donne...  Occorreva inventarsi qualcosa per garantire la crescita prosperosa della città.
Romolo decise quindi di dare una grande festa e furono invitati a partecipare i Sabini, con le loro mogli e le loro figlie.  Durante la festa, ad un segnale convenuto, i giovani romani rapirono le donne sabine costringendo gli uomini alla fuga, dando vita al leggendario "ratto delle Sabine". Naturalmente i sabini si organizzarono per tornare a recuperare le proprie donne e, guidati da Tito Tazio, si armarono contro Roma. Ad aprire loro le porte della città fu proprio una fanciulla, Tarpea, e di lei parleremo dopo....
I sabini erano giunti a Roma con intenti bellicosi ma a fermarli furono proprio le fanciulle sabine, ormai affezionate ai romani che le avevano rapite, esse chiesero e ottennero la pace tra i due popoli, che si fusero così in uno solo, governato da Romolo e da Tito Tazio.

storie e leggende sulla fondazione di Roma
E ora veniamo a Tarpea. A Roma, su un lato del Campidoglio, si trova la rupe Tarpea, luogo in cui secondo una tradizione antichissima venivano gettati i traditori dello Stato, e a cui è stato associato proprio il nome di questa giovane che aprì le porte di Roma ai nemici armati. In realtà, però, sempre secondo la leggenda, Tarpea non morì gettata dalla rupe ma soffocata direttamente dagli scudi dei Sabini che, diffidenti, temettero un inganno e infierirono sulla giovane uccidendola.



ultimo aggiornamento ottobre 2020

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