I piccoli proprietari terrieri non ottenevano nulla dai bottini di guerra, molti soldati al ritorno dai campi delle battaglie dovevano tornare alla loro normale vita da plebei, e fare i conti con i propri campi agricoli rimasti incolti, inselvatichiti. Non potendo contare su un reddito che permettesse loro di sopravvivere, molti di questi soldati, contadini, uomini, plebei, romani, era costretto a cedere i propri terreni ai latifondisti stessi e lavorare come dipendenti.
Come dire, al danno si aggiungeva la beffa....
E dopo le guerre di espansione divenne per Roma il tempo delle guerre Civili...
Nel 133 a.C fu eletto tribuno della plebe Tiberio Gracco, fu lui a proporre una riforma agraria che imponesse il limite massimo di terra che potevano possedere i latifondisti. La terra eccedente questi limiti doveva essere ridistribuita tra i contadini più poveri. La proposta di Gracco ottenne l'immediato sostegno dei plebei, che vi si schierarono a favore riuscendo a ottenerne l'approvazione.
Meno concordi a questa riforma erano i patrizi, e conseguentemente il Senato, nobili privilegiati che non volevano in alcun modo perdere beni e denaro.
Fu il caos, Roma visse un grasse tumulto che culminò con l'assassinio di Tiberio Gracco e la sospensione della riforma.
Trascorsero 10 anni e nel 123 a.C. fu eletto tribuno Gaio Gracco, il fratello di Tiberio.
Gaio Gracco fece approvare una legge che abbassava il prezzo del grano, in modo che anche i più poveri potessero averne a sufficienza.
Nuovamente il popolo esultò e sostenne il tribuno che li sfamava, e nuovamente i patrizi gli si rivoltarono contro, accusandolo di essere un tiranno, e di nuovo scoppiarono grandi disordini.
Gaio Gracco, per non cadere nelle mani dei patrizi, si fece uccidere da un suo fedele sostenitore, immolando anche la sua vita, con quella del fratello, nel nome della giustizia sociale.
Nessuno dopo di loro fu in grado di proporre altre riforme agrarie.
Tiberio e Gaio Gracco erano i figli di Cornelia, la figlia di Scipione l'Africano, il vincitore di Annibale.
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