Chi ha inventato il vetro?


Il vetro, proprio come il fuoco, viene prodotto in natura da eventi accidentali, succede quando alle eruzioni vulcaniche  seguono il rapido raffreddamento della lava o la prolungata assenza di luce. Per questo, proprio come avvenne con il fuoco, anche i primi ominidi preistorici entrarono in contatto con forme di vetro primitive, ma il passaggio dalla scoperta all'invenzione, ossia l’abilità di saper produrre il vetro, si attribuisce ai fenici

Secondo i racconti dello scrittore romano Plinio, vissuto nel primo secolo d.C., l'invenzione avvenne per caso. 
La leggenda racconta che una carovana di mercanti fenici si era fermata per riposare lungo le sponde del fiume Belo, in Siria, dove accesero un fuoco per cucinare e passare la notte. Non trovando pietre per allestire un focolare da campo, i mercanti fenici usarono alcuni blocchi di nitrato del carico che stavano trasportando. Il nitrato si fuse per effetto del calore del fuoco e, mischiandosi alla sabbia di fiume, formò il vetro, che i mercanti si stupirono di trovare, il giorno dopo, nel focolare ormai spento. Difficile stabilire l’attendibilità di questa leggenda, ciò che è vero è che il fiume Belo, scenario del racconto, era un luogo dove ancora ai tempi di Plinio si estraeva la sabbia adatta alla creazione del vetro. Ed è anche vero che furono i fenici a diffondere le tecniche di lavorazione del vetro nel bacino del Mediterraneo.

L'invenzione del vetro, pagina didattica per le scuole

Le prime produzioni di vetro risalgono al terzo millennio a.C., nell'età del bronzo e furono prodotte nell'Asia occidentale, si trattava di oggetti di piccole dimensioni e il cui uso era destinato a riti religiosi o alla creazione di monili e ornamenti. Oggetti simili sono riemersi anche dalla tomba di Tutankhamon, in Egitto.

Il primo artigianato in vetro era quindi riservato a nobili e ricchi, la produzione del vetro era complicata e costosa e i vetrai erano considerati come degli alchimisti, maghi in grado di creare un bene prezioso come l’oro, a cui probabilmente venivano attribuiti poteri mistici ed esoterici. Nonostante ciò, la produzione del vetro non rimase una “formula segreta”, come cercheranno di fare i Veneziani molto più avanti, si diffuse con gli scambi dei mercanti e con le colonizzazioni, diventando patrimonio di conoscenze artigianali comuni, seppur legate a produzioni costose e di lusso. 

Verso il 1200 a.C. molte antiche civiltà cessarono di esistere, soccombendo ai bui periodi di declino culturale e alle sterili invasioni barbariche di saccheggiatori e la produzione di beni preziosi cessò in gran parte del Mediterraneo. La stabilità faraonica dell’Egitto, invece, continuò a produrre manufatti destinati a consumatori elitari, come le prime bottiglie realizzate per contenere profumi e unguenti, proseguendo, di fatto, in un percorso di ricerca di forme e metodologie produttive.

La diffusione su vasta scala della produzione del vetro si dovrà ai romani, saranno loro, nel 300-200 a.C. a perfezionare la tecnica del soffio mediante canna che rivoluzionerà l’industria vetraria. Grazie a questa tecnica il vetro può essere soffiato all'interno di stampi (o addirittura senza stampi) per assumere la forma desiderata. Il vetro, da monile prezioso come l’oro e bello come un diamante, diventa qualcosa di utile per una fetta sempre maggiore di popolazione. Qualche secolo più tardi (100 d.C.) saranno sempre i romani a ottenere dal vetro la trasparenza perfetta che lo renderà ancora più versatile. Bottiglie e bicchieri si diffondono nell'Impero e nelle case arrivano le finestre di vetro, tanto che Cicerone scrisse...” ben povero si deve considerare chi non possiede una casa tappezzata con placche di vetro”.

Il boom del vetro nell'Impero fu così clamoroso che l’Imperatore Saverio, nel 200 d.C. cercò di tassarlo ma nel secolo dopo Imperatori quali Costantino e Costante lo affrancarono da ogni dazio, a beneficio della collettività e della fiorente industria del vetro.

Le tecniche di lavorazione del vetro si miglioreranno ulteriormente nel 500/600 d.C., rendendo la lavorazione del vetro piano ancora più semplice e con potenzialità sempre più industriali.

Ricerca per la scuola sull'invenzione del vetro

Durante il medioevo sarà Bisanzio la massima produttrice di vetro per 500 anni, e, caduta Bisanzio, sarà Venezia a rappresentare le migliori produzioni artistiche di vetro, anche grazie alla creazione del cristallo.
Furono i crociati a portare dall'Oriente a Venezia l’arte dei maestri vetrai, che divenne florida attività cittadina. Le fornaci utilizzate per la lavorazione del vetro causavano frequenti incendi e nel 1291 fu deciso di spostare tutta l’attività produttiva sull'isola di Murano, sia per proteggere la città dal rischio di incendi che per segretare le tecniche di lavorazione degli artigiani veneziani, ormai famosi ovunque per le loro raffinate creazioni artistiche .
Anche per questo motivo si esercitavano forti pressioni sugli operai veneziani per spingerli a non allontanarsi dalla città, se uno di questi si fosse reso colpevole di spionaggio, rivelando ad altri i preziosi segreti della lavorazione del vetro, sarebbe andato incontro a morte certa.


L'arte del vetro nella storia, pagina didattica per la scuola primaria, media e superiore








ultimo aggiornamento novembre 2020

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