In quest'era furono costruite anche grandi tombe a tumulo.
Dall'IX Secolo aC in poi protagonista indiscusso e quasi totalitario dell'architettura greca divenne il tempio, massimo esempio di tecnica costruttiva e di armonia delle forme.
Nella costruzione dei templi trovarono applicazione le leggi della proporzione e della prospettiva, scoperte dai matematici.
La Grecia disponeva di cave di marmo di grande qualità e veniva estratta anche una pietra calcarea azzurrina che fu largamente impiegata a Delfi.
Estrazione e taglio delle pietre avvenivano con grande cura e precisione.
Le colonne e i capitelli, che in epoche diverse assunsero forme diverse, non venivano costruite in blocchi unici ma in tante sezioni (chiamate tamburi) poi sovrapposte e saldate dall'interno per garantirne la massima stabilità.
Oltre ai templi i greci costruirono anche grandi teatri sfruttando i pendii delle colline per appoggiarvi le gradinate poste a semicerchio.
Altro esempio di grande capacità ingegneristica è l'acquedotto di Samo, un tunnel risalente al VI secolo AC lungo 1250 metri che attraversava il sottosuolo della città per convogliare le acque del fiume attraverso canali in terracotta.
Per costruire i muri venivano utilizzati grandi blocchi di pietra sollevati con l'argano e accostati tra loro attraverso l'uso di leve, e poi legati tra di loro con graffette interne che li rendevano stabili e in grado di resistere ai terremoti.
Per spostare queste grandi pietre e le grandi e pesanti statue poste sui templi venivano impiegati argani a slitta su piani inclinati e sistemi di pulegge. Con il tempo si adottarono macchinari sempre più complessi e ingegnosi che riuscivano a spostare i materiali sollevati, delle vere e proprie gru.
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