Grazie al fuoco si affinano le tecniche di caccia, con il fuoco è possibile scacciare gli animali che vivono nelle grotte, per impossessarsene, come gli orsi, o cimentarsi nella caccia al mammut, un animale di dimensioni enormi dotato di zanne altrettanto enormi.
Bruciando porzioni di bosco i cacciatori spingevano gli animali in altre direzioni, disperdendoli e rendendoli più vulnerabili, era molto facile a quel punto farne precipitare uno in una trappola ampia e profonda scavata nel terreno in cui venivano posti tronchi aguzzi, per intrappolare e ferire l'animale, ricoprendo poi il tutto con foglie e frasche per non lasciar intravedere la mortale fossa.
Non sempre era possibile o necessario bruciare la foresta per far cadere un animale in trappola, ma certo per cacciare bisognava muoversi in silenzio per non far sentire la propria presenza alle mandrie, controvento per non far avvertire il proprio odore, cospargendosi spesso il corpo con fanghi melmosi rossastri perfetti per coprire l'odore umano.
Quando un animale veniva infine catturato e portato dal resto del clan, si mangiavano inizialmente le parti più deteriorabili come le interiora mentre il resto, tagliato in pezzi, veniva conservato in frigoriferi preistorici ossia buche scavate nella neve, da cui di volta in volta si attingeva.
La carne veniva cotta sul fuoco, su spiedi e braci, ed è facile immaginare che questi momenti fossero di grande unità per tutto il gruppo, riunito attorno ad un focolare imbandito di cibo.
Dell'animale non si buttava nulla, la carne si mangiava, le pelli si conciavano e venivano utilizzate per coprirsi, ripararsi e per costruire gli otri, contenitori di pelle nei quali si poteva conservare l'acqua e anche farla scaldare per preparare una zuppa.
La pesca
Con la primavera e il disgelo iniziava una stagione di abbondanza di cibo, i fiumi offrivano molto pesce che si catturava facilmente costruendo sbarramenti di legna, ma si poteva pescare anche con le lance o anche a mani nude, e presto si iniziarono a costruire anche le nasse, vere e proprie trappole che catturavano il pesce che vi si introduceva. Anche ami, lance e arpioni si perfezionano per essere sempre più idonei alla pesca.
Anatre e uccelli da palude venivano presi al volo con sassi incastrati in lazi di cuoio, tirati in aria con una buona mira si attorcigliavano sul collo dell'animale che ne restava intrappolato.
Nelle zone in cui erano presenti le falesie, precipizi nel vuoto, gli animali venivano spinti sul bordo in modo da farli precipitare sotto, dove uomini e donne attendevano le rovinose cadute che semplificavano di molto il lavoro.
Con il neolitico l'uomo scopre l'agricoltura e l'allevamento e la caccia perde il primato del principale sostentamento alimentare in quelle popolazioni che sviluppano un carattere sedentario, restando un'attività professionale riservata ai cacciatori di mestiere e diventando anche attività sportiva d'elite, come nel caso degli Egizi.
ultimo aggiornamento novembre 2020
bello!
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