La decadenza degli Unni

Dopo la morte di Attila il trono passò al figlio maggiore, Ellak, e di sua moglie Arykan, sostenuti da Onegesio, uno dei collaboratori più abili di Attila che sperava quindi di veder proseguire la linea del regno in mano ad un unico sovrano, cosa che Attila era riuscito a ottenere a dispetto della tradizione Unna che aveva una moltitudine di re a capo di clan minori.

I due figli minori di Attila, Dengizik e Ernak, pur sperando di tornare al vecchio sistema che li avrebbe visti a capo di una parte del regno accettarono inizialmente questa soluzione, ricoprendo l'incarico politico di delegati della corona verso i popoli sottomessi, popoli di contadini o assoggettati ad altri oneri come la fornitura di truppe o il pagamento di tributi economici. Questi popoli però avevano acquisito forza militare e politica e non avevano più intenzione di sottostare al potere unno, e iniziarono a ribellarsi, Attila era riuscito a mantenere un potere unico e ora, con la sua morte, molti malcontenti iniziarono ad emergere, alimentati generosamente da Marciano che voleva assicurarsi che con la morte di Attila finissero anche le pretese degli Unni.

I problemi per il regno unno si susseguirono così rapidamente che, nell'arco di pochi anni, tutta l'eredità lasciata da Attila fu completamente cancellata.

In primo luogo ci fu una divisione all'interno del governo unno, si crearono diverse fazioni che sostenevano i diversi figli di Attila per il trono, e in seguito ad alcuni scontri Dengizik ed Ernak furono costretti alla fuga.

Cosa successe agli Unni dopo la morte di Attila?

Il breve governo di Ellak, il figlio maggiore di Attila

Ellak, risolto il problema dei fratelli pretendenti al trono, si trovò a fare i conti con un decisivo cambio degli equilibri internazionali, i gepidi di Ardarico, forse il più fedele e importante alleato di Attila, sostenuti da Marciano, avevano deciso di ribellarsi e, tra il 454 e il 455 scoppiò una guerra furiosa che vide una schiacciante vittoria dei Gepidi contro gli unni e la morte di Ellak.  Il territorio unno venne riorganizzato secondo le direttive di Marciano, che strinse un'alleanza anche con gli Ostrogoti a cui assegnò una zona della Pannonia settentrionale. Altre alleanze tra l'impero d'Orientem Sciri ed Eruli permisero a questi popoli di stanziarsi in altre zone più ad Est. L'impero di Attila era stato smembrato in modo da assicurare a Costantinopoli una situazione pacifica e inoffensiva, per quanto i conflitti tra Gepidi e Ostrogoti porteranno, nel 469, a nuovi scontri tra questi due popoli in seguito ai quali i gepidi saranno sconfitti e costretti a migrare in Provenza per occuparsi della difesa del regno ostrogoto dagli attacchi dei Burgundi.

La reazione unna di Dengizik

Con la morte di Ellak e lo smembramento del regno Unno, gli unici eredi ancora in vita di Attila sono i figli minori, Dengizik ed Ernak, che si erano insediati alle estremità del Danubio con i loro seguaci sperando di potervisi insediare stabilmente. Nel 466 una loro ambasciata raggiunse l'imperatore d'Oriente Leone I, succeduto a Marciano, morto nel 457, chiedendo umilmente scusa per gli errori del passato e domandando l'istituzione di un punto di scambio franco sulle rive del Danubio, presidio praticamente indispensabile per la loro economia, ma Leone I rifiuta la proposta, da cui non aveva nulla da guadagnare. Dengizik risponde allora secondo la maniera unna, raggruppa un esercito  e parte  per pretendere una zona in cui insediarsi minacciando una guerra che, in seguito all'ennesimo rifiuto di Leone I scoppia. Dopo due anni di combattimenti le truppe di Dengizik vengono sconfitte e la testa di Dengizik esposta a Costantinopoli in segno di vendetta contro gli Unni.

Il figlio di Attila Ernak e l'integrazione nell'Impero d'Oriente

Ernak si mostrò molto più cauto del fratello Dengizik, minacciato dai Bulgari chiese a Leone una terra dove poter vivere in qualità di federati, accettando quindi il potere imperiale e offrendo fedeltà e sostegno all'impero d'Oriente in cambio di terra e protezione. Leone I accettò e così gli Unni seguaci di Ernak iniziarono una vita nuova e modesta nella parte orientale della Romania, integrandosi in quel regno che un tempo, quel padre che portava il nome di Attila, aveva tenuto sotto scacco.



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