L'impero Austro-Ungarico

 

L'impero di Francesco Giuseppe, punti di forza e di debolezza

I punti di forza dell'impero Austro Ungarico si possono riassumere nella lunga tradizione imperiale asburgica, l'imperatore rappresentava una figura simbolica molto amata dalla popolazione ed era considerato come un padre buono e giusto.

L'esercito dell'impero era ben addestrato ed era fedele, quindi militarmente garantiva la stabilità imperiale.

L'amministrazione pubblica era efficiente e funzionava in modo onesto, il sistema scolastico era buono, così come il sistema postale o il fisco, la burocrazia dell'impero era ben organizzata.

La magistratura aveva grande fama di imparzialità ed era rispettata anche dalla minoranze.

Infine l'impero era rimasto fedele al cattolicesimo fin dai tempi della riforma protestante e questo gli aveva fatto guadagnare l'appoggio della Chiesa di Roma.

I punti di debolezza dell'Impero riguardavano le tensioni tra Austria e Ungheria e le tensioni etniche dovute alle disuguaglianze sociali ed economiche.

Austria e Ungheria, due stati sovrani governati da un solo imperatore, e uno scenario culturale critico che impediva la pace

L'imperatore Francesco Giuseppe era salito al trono dell'impero asburgico nel 1848, ereditando uno scenario politico diviso da tensioni sociali e da etnie diverse. Dal 1867 l'impero era costituito da una doppia monarchia, da una parte quella Austriaca che includeva Austria, Boemia, Galizia polacca, Slovenia, Trentino e la Venezia Giulia e dall'altro la monarchia ungherese che raggruppava Ungheria, Slovacchia, Croazia e Transilvania. Le due monarchie convivevano in fortissime tensioni: in Austria prevaleva l'etnia tedesca, le altre etnie avevano ottenuto il diritto al bilinguismo e altre forme di autonomia, in Ungheria prevaleva l'etnia magiara e le minoranze rumene, tedesche, slovacche, croate e serbe erano state ignorate. Le tensioni più alte si svilupparono soprattutto in Croazia, nella penisola balcanica, dove i popoli slavi (in particolare Croati e Serbi) lottavano per l'indipendenza e per il riconoscimento di uno stato che unificasse le popolazioni slave del sud.

L'economia delle due monarchie era molto diversa, in Austria e in Boemia, tra l'Ottocento e il Novecento, l'industria si era sviluppata notevolmente mentre l'Ungheria e la Transilvania erano regioni sorrette da un'agricoltura talmente arretrata e povera che tra il 1890 e il 1900 il fenomeno dell'emigrazione verso gli Stati Uniti riguardò un milione e mezzo di persone.


Le disuguaglianze all'interno della società imperiale erano inaccettabili, l'aristocrazia era costituita da un gruppo di latifondisti che detenevano le proprietà terriere e vivevano in modo lussuoso e principesco, la borghesia imprenditoriale non riuscita a crescere, si sviluppava in modo embrionale e pur con pochi mezzi solo nelle regioni più progredite. La maggior parte della popolazione viveva nella povertà  mentre il potere veniva esercitato dalla minoranza di ricchi che monopolizzava l'agricoltura.

Con l'annessione all'impero della Bosnia-Erzegovina del 1908, una vasta regione popolata in prevalenza da slavi, già appartenente all'impero ottomano, la situazione diventa ancora più tesa.

I rappresentanti delle minoranze creavano ostruzionismo politico bloccando continuamente i lavori del parlamento di Vienna, pronunciavano discorsi interminabili, interrompevano le votazioni, si allontanavano dall'aula, impedendo quindi il procedere dei lavori del parlamento. Inoltre non erano affatto rari episodi violenti e terroristici tra la popolazione. 

Il Governo imperiale non sa gestire queste profonde divisioni, interviene in modo autoritario inasprendo ulteriormente le tensioni e risulta politicamente debole e contradditorio.




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