Attila e la campagna francese

Dopo la mancata promessa di matrimonio di Onoria e la sfida di Valentiniano che preferisce la guerra alla diplomazia, Attila raduna un esercito multietnico e si dirige in Francia.

Per analizzare lucidamente la campagna francese di Attila bisogna partire dal presupposto che tutte le cronache, più o meno del tempo, che ne parlano lo fanno per alimentare il proselitismo religioso del Cristianesimo. 

Attila, definito il flagello di Dio, veniva raccontato come una figura sanguinaria mandata per "epurare" le città corrotte dal peccato. 

La città di Metz, per esempio, fu completamente distrutta e l'unica cosa che si salvò fu l'Oratorio del diacono Stefano perché questi, pur riconoscendo che le cattive azioni della popolazioni erano tali da meritare la distruzione della città pregò gli apostoli Pietro e Paolo di non far bruciare completamente la città, e i santi lo risparmiarono dal fuoco.  
Per ogni città che veniva distrutta la giustificazione dell'opinione pubblica sembrava essere la stessa, era il prezzo da pagare per i peccati degli uomini!
Nessuno storico scrisse che Attila avanzava per le sue grandiosi capacità militari. 

la campagna francese di Attila

La Francia, o meglio la Gallia (che comprendeva Francia, Belgio e parti della Germania, dell'Olanda e della Svizzera) era un paese già fuori controllo da parte dell'Impero, la cultura romana non si era radicata ovunque allo stesso modo e le incursioni di Vandali, Visigoti, Franchi e Burgundi avevano reso il paese molto instabile. Le città che opposero maggiore resistenza erano quelle più grandi, dotate di mura di fortificazioni e presidiate da un Vescovo che svolgeva un ruolo fondamentale.

L'obiettivo di Attila era probabilmente Tolosa, diventata nel 419 capitale del regno Visigoto e sede di corte di Teodorico, il re figlio di Alarico, l'esercito avanzava saccheggiando e bruciando molte città, altre come Luteria, l'odierna Parigi, furono risparmiate grazie a Santa Genoveffa, altre ancora si difesero tenacemente come Orlèans, anche grazie all'arrivo tempestivo delle truppe di Ezio e di Teodorico. 

Tra Attila e l'Impero Romano: la scelta decisiva dei Visigoti

La posizione dei Visigoti fu decisiva, lo scenario della guerra era già ben delineato, le truppe di Ezio non sarebbero state sufficienti per sconfiggere Attila, era necessario stringere alleanze strategiche che alimentassero le truppe in Gallia. 

Teodorico poteva scegliere se schierarsi con Attila o con Ezio, e fu grazie all'intercessione di Avito, un senatore romano in pensione che viveva da quelle parti e che Ezio mandò da Teodorico che questi si convinse ad appoggiare l'impero Romano.

Teodorico regnava ormai da 30 anni in modo stabile, i visigoti avevano sviluppato una cultura autonoma non molto diversa da quella dei Romani, avevano una corte e rituali cerimoniali, avevano campi e vigneti che coltivavano e che producevano generosamente, avevano anche una religione vicina al cristianesimo, l'arianesimo. La minaccia della distruzione di Attila, e dello scempio ai luoghi di culto, convinse Teodorico a schierarsi dalla parte di Ezio, con cui sarebbe stato più semplice mantenere l'equilibrio del proprio popolo. Con Teodorico dalla parte di Ezio molte altre minoranze si unirono a Ezio, che si trovò a comandare Alani, Burgundi, Sassoni e Franchi. 

La battaglia definitiva della campagna francese tra impero Romano e i popoli delle minoranze di Attila si svolse in piena campagna, in quella zona non ben identificata conosciuta come i campi catalaunici.
Attila aveva consultato i suoi sciamani che, dopo aver esaminato interiora di animali e ossa avevano profetizzato una grande sconfitta per gli Unni, ma anche la morte del capo avversario...non si sarebbe mai sottratto a una tale sfida! 




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