Nel I° secolo d.C. la Pax Romana diede un forte impulso all'economia dell'artigianato e aumentarono notevolmente le produzioni agricole, accrescendo conseguentemente anche il commercio che fu ulteriormente agevolato dall'introduzione della moneta unica.
Si intensificarono anche gli scambi via mare, attraverso i quali i romani potevano approvvigionarsi di grano, sempre più richiesto visto il sempre maggior numero di abitanti, e di prodotti pregiati come spezie e pietre preziose provenienti dall'Oriente.
I metalli che nel territorio italico scarseggiavano abbondavano invece in Spagna e in Britannia, dall'Africa arrivavano le bestie feroci della savana, dalla Fenicia la porpora e la sabbia migliore per creare il vetro, il miele dalla Grecia e il legname dalla Dalmazia. In ogni paese c'era qualcosa che abbondava e qualcosa che mancava, gli scambi commerciali permisero di vendere i propri prodotti e di acquistare quanto non si riusciva a produrre o ad estrarre dal terreno. Il porto di Ostia era brulicante di navi in arrivo e in partenza colme di prodotti di ogni genere, dal sale alle pelli, dall'olio alla frutta, dall'avorio al papiro. Anche gli schiavi erano considerati alla stregua di oggetti e dunque merce di scambio.
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