L'antico popolo etrusco conosceva la proprietà farmacologica di molte erbe diffuse nel territorio abitato, la farmacia etrusca era quindi rifornita di vari rimedi, per uomini e animali, a seconda dei disturbi da curare.
Quello su cui erano meno ferrati era il dosaggio dei principi attivi delle piante, e quindi il confine tra proprietà benefica e avvelenamento.
L'erboristeria etrusca
Le piante più diffuse e tramandate nelle ricette di famiglia per curare i disturbi della salute spaziavano dal millefoglio al lino, dalla menta al ginestrone, dal timo al biancospino e alla genziana, giusto per citare le più conosciute.
Grazie a impacchi, infusi e tisane gli etruschi sapevano curare molti malanni nelle mura domestiche, senza ricorrere all'uso di un medico. Queste conoscenze facevano parte delle tradizioni culturali di famiglia, un bagaglio culturale di grande importanza che, per esempio, poteva aiutare i soldati sui campi di battaglia per fermare emorragie e ferite non letali in quanto non ci sono testimonianze di medici da campo a seguito degli eserciti.
I medici, però, esistevano e ci sono numerosi attrezzi chirurgici a testimoniarne la presenza. Strumenti lavorati con maestria, grazie all'abilità degli artigiani etruschi, permettevano di cauterizzare ferite e curare con la chirurgia, alcune patologie che oggi forse sembrerebbero minori.
Per i casi difficili, gli etruschi ricorrevano al tempio, dove depositavano, con le loro preghiere, ex voto di terracotta che rappresentavano le parti anatomiche malate per cui veniva richiesta l'intercessione divina per la guarigione. Questi ex voto erano spesso, ma non esclusivamente, richieste di fertilità rivolte alla divinità.
La loro conoscenza anatomica non era molto approfondita, anche se gli aruspici dovevano, per lavoro e funzione sociale, conoscere molto bene l'anatomia animale, per individuare quelle anomalie che interpretavano come il volere divino. Dalle testimonianze archeologiche non si può supporre che si siano spinti anche alla conoscenza del corpo umano, relegato nel suo destino finale al volere del fato.
C'erano però due aspetti della medicina che gli etruschi conoscevano bene: i vantaggi delle cure termali e l'odontoiatria.
Il territorio offriva molte acque termali con caratteristiche diverse, utili per la cura di patologie del fegato, della pelle, dell'intestino, solo per citarne alcune, e gli etruschi sapevano quando era meglio assumerle attraverso bevande, tramite bagni di immersione o attraverso l'applicazione di fanghi.
I dentisti, che si presume fossero gli stessi medici, specializzati in tutto quello che all'occorrenza poteva servire, non si limitavano all'estrazione dei denti ma erano in grado di costruire e posizionare in modo preciso protesi con denti finti, se mancanti, o apparecchi per stabilizzare i denti vacillanti.
Queste protesi erano costruite in oro, erano accessibili solo alle persone facoltose che potevano permettersele e pare anzi che per molti la protesi fosse un pretesto per mostrare ricchezza più che una necessità legata a motivi di salute. Un gioiello in più da mostrare nel momento del sorriso...
ultimo aggiornamento novembre 2020
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