La storia del lino, dai tessuti alle sue proprietà alimentari

Quella del lino è una coltivazione antichissima, gli archeologi ne hanno attestato l’utilizzo già 30.000 anni prima di Cristo, l’Homo Sapiens (o forse la donna sapiens…) quindi aveva già appreso l’arte della tessitura, personalizzando il filato con bagni di coloranti per renderlo quindi, esteticamente, più bello.

Gli Egizi lo coltivavano già dal V millennio aC, e la sua coltivazione si diffuse tra le antiche civiltà: sumeri, babilonesi, fenici e altri popoli del Medio oriente, per arrivare infine agli Etruschi, ai Greci e ai Romani.

Già in queste epoche storiche, del lino non si buttava via niente, dallo stelo si ricavavano fibre tessili e dai semi, commestibili anche senza processi di lavorazione, si ottenevano farina e olio alimentari.

Il lino cresce facilmente nelle zone a clima temperato, e le produzioni migliori sono quelle dei paesi freddi come Russia, Paesi Bassi, Francia e Romania. 

Durante il Medioevo l’economia delle Fiandre si basava sulla produzione del lino che grazie al clima umido cresceva rigoglioso. Il lino è stato il filato più utilizzato fino alla rivoluzione industriale, quando l’introduzione di telai innovativi rese più economica la produzione del cotone, che fino a quel momento era un prodotto d’élite costosissimo.

Anche oggi il lino è un prezioso ingrediente per molteplici impieghi, viene utilizzato nell’industria alimentare, tessile, farmaceutica, cosmetica, con il lino si ricavano inoltre carta, fissativi del legno e diluenti per vernici.

La pianta del lino

Il lino è una pianta erbacea alta quasi un metro, il suo fiore è molto bello, colorato di blu con sfumature rosa, ma ha una vita brevissima, può sbocciare e sfiorire nell’arco di una sola giornata.

La produzione del lino ha un ciclo breve, si semina a marzo e a luglio si raccoglie, è quindi una coltivazione ideale da inserire nei cicli di rotazione del raccolto. 

La pianta del lino rientra a pieno titolo nelle culture a basso impatto ambientale, è una risorsa rinnovabile in cui ogni elemento della pianta trova impiego, evitando qualsiasi spreco, può essere coltivato senza l’uso di fertilizzanti e antiparassitari. La tela di lino, poi, è interamente biodegradabile.


Ricerca sul lino, il più antico tessuto filato dall'uomo

La lavorazione del lino

Dopo 100 giorni dalla semina, nel mese di luglio si procede con il raccolto. Il lino non deve essere sradicato ma tagliato, una volta lo si faceva a mano, con la falce.

La pianta viene quindi fatta seccare al sole e successivamente immersa nell’acqua, divisa in fasci e appesa per il processo di asciugatura.

Si epurano poi i fasci, togliendo i residui legnosi, si procede con la battitura delle fibre, che ha lo scopo di ammorbidirle, e successivamente con la pettinatura. Il prodotto ottenuto risulta lungo circa mezzo metro e con la filatura finale si procede ad una torsione che crea le matasse di lino, queste vengono infine bollite per poter poi procedere con la tessitura.

La farina di semi di lino in tavola

La farina di lino si ottiene macinando grossolanamente i suoi semi, che sono ricchi di ingredienti preziosi che non sempre si assimilano pienamente se il prodotto viene consumato intero.

All’interno della farina di lino si trovano:
👉Omega 3
👉Proteine
👉Minerali (calcio, fosforo, magnesio, ferro, potassio, manganese, selenio, rame e sodio)
👉Fibre
👉Vitamine B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K
👉Fitoestrogeni

Da sempre apprezzata per le sue proprietà benefiche che aiutano a depurare l’intestino, a controllare il livello di colesterolo, a proteggere l’apparato respiratorio e cardiocircolatorio e a rafforzare il sistema immunitario, la farina di lino può essere utilizzata in molti semplici modi in cucina, un cucchiaino di farina nello yogurt del mattino può fornire molti elementi nutritivi utili e integrare la prima colazione, i vegani apprezzano molto la sua capacità collante e addensante e la usano come sostituto dell’uovo nella preparazione dei dolci, la stessa caratteristica la rende un ottimo addensante per salse e condimenti.

Il lino viene spesso impiegato per arricchire il pane, spolverandone la superficie con una manciata di semi prima della cottura, ma è anche possibile creare il pane con la farina di lino, che dovrà essere mischiata con altre farine per creare un impasto omogeneo e salutare.  


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