La colonizzazione greca portò al territorio italico molti benefici culturali, uno di questi è sicuramente l'alfabeto, adottato, con qualche adattamento, dagli Etruschi.
La scrittura etrusca non è facile da comprendere e decifrare sia per la scarsità di reperti archeologici, molto limitati nei contenuti e spesso riportanti solo nomi e numeri, sia per la complessità grafica dei caratteri.
Le lamine di Pyrgi sono una testimonianza particolarmente importante, il documento riporta la dedica fatta dal re di Caere in occasione dell'edificazione di un tempio edificato per la dea Uni, la Giunone etrusca.
Queste lamine sono significative perché riportano, oltre al testo etrusco, anche il testo in fenicio, permettendo quindi di "tradurre" lo scritto. Un po' come è avvenuto con la stele di Rosetta per gli Egizi.
La "tegola di Capua" riporta invece un calendario rituale inciso su una tavola di terracotta mentre il Cippo di Perugia è un documento privato con il quale due famiglie etrusche stabiliscono i confini dei relativi appezzamenti. Questi sono i documenti più importanti in quanto contengono una quantità di testo sufficiente per approfondire lo studio della lingua.
Come scrivevano gli etruschi?
Gli Etruschi scrivevano da destra verso sinistra e in modo continuo, senza creare spazi tra le parole, solo in un'epoca tarda introdussero i puntini tra una parola e l'altra. Inoltre, non essendoci uno stato etrusco ma tante città-stato con una cultura comune, anche la lingua e la scrittura mutavano leggermente da un posto all'altro, proprio come accade per i dialetti.
Le persone che sapevano leggere e scrivere erano poche e ricoprivano ruoli importanti, esattamente come nelle altre civiltà in cui l'istruzione scolastica era riservata a pochi privilegiati.
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