L'impulso iniziale fu quello dato da Diocleziano, un imperatore innovativo salito al trono nel 284 dC. di umili origini proveniente dall'esercito.
Da soldato Diocleziano aveva ben compreso che l'Impero così come era organizzato era ingestibile e ingovernabile, la minaccia principale era quella dei Sassanidi, una dinastia di guerrieri che aveva fatto cadere il regno di Patria per fondare un nuovo, agguerrito, impero Persiano il cui re rivendicava il titolo di "Re dei Re degli iranici e non".
L'esercito Persiano era molto forte, contava su una cavalleria molto agile, militarmente era più incisivo rispetto all'Impero romano che ormai con la sua tecnica di formazione a testuggine sembrava inadeguato alle nuove strategie di combattimento. Gli scontri con i Persiani si dimostrarono devastanti per Roma che vide cadere prigionieri o morti molti imperatori tra cui Valeriano, Giuliano e Gioviano. Le minacce delle incursioni sul Danubio erano trascurabili rispetto alla minaccia dell'Impero Persiano.
Diocleziano decise quindi di spostare la capitale dell'Impero in una zona controllabile che individuò nella città di Nicomedia. Sempre Diocleziano cambiò la struttura organizzativa imperiale, pensando che il sistema del doppio controllo sarebbe stato più efficace, nominò quindi prima un co-imperatore, fino a nominare altri due Cesari suddividendo l'Impero in 4 prefetture con le capitali in Nicomedia, Milano, Treviri e Sirmio. Questa soluzione comunque non durò molto, ebbe l'unico risultato di aumentare il numero di pretendenti al trono, mentre il sistema del doppio controllo con le duplici capitali in Milano e Nicomedia si consolidò.
Costantino nella sua scalata al potere riuscì a battere tutti i pretendenti al trono e ad ascendere al potere nel 306.
Anche Costantino proveniva dall'esercito, la sua prima proclamazione ad imperatore avvenne in Britannia dall'esercito stesso, dopo la morte di suo padre a York, dopodiché si reco in visita a Roma per negoziare con il Senato e chiarendo subito che non aveva alcuna intenzione di fermarsi a Roma. Roma non gli piaceva, primo perché era la sede del senato e poi perché la città era ancora la culla del paganesimo, cosa sgradita all'imperatore della conversione cristiana.
Il Senato godeva ancora di un potere formale, di molto ridimensionato, ma comunque rappresentava una contrapposizione al potere assoluto dell'Imperatore, per quanto riguarda la professione della fede cattolica, invece, su un milione di abitanti al massimo settantamila erano cristiani, ossia una proporzione minima rispetto all'estensione dei cristiani nell'Impero, un impero dove la metà degli egiziani aveva abbracciato la fede cattolica, fede accolta con grande favore dai popoli di lingua greca dell'oriente e dell'Asia minore rispetto all'Europa occidentale.
Inizialmente valutò Naissus, l'attuale Nis Serba, dove nacque, città strategicamente posta lungo la via di collegamento tra l'Europa centrale e l'Egeo, posizione che però rendeva la città molto vulnerabile e poco difendibile per la capitale dell'Impero. Valutò Nicomedia, la città prescelta da Diocleziano in quanto sua città natale, e dove lui stesso aveva vissuto come ostaggio dell'allora imperatore che voleva assicurarsi la fedeltà paterna. Ma, infine, scelse Bisanzio, città che offriva vantaggi tangibili e concreti. Bisanzio (odierna Istanbul) era un'importante colonia commerciale greca facilmente difendibile sia via mare sia via terra, situata su un promontorio collinoso tra il Mar di Marmara e il Bosforo, magnificamente adagiata in quel porto naturale conosciuto come la Luna d'Oro, inespugnabile via mare e facilmente difendibile via terra. Quella era la terra dove far sorgere la Nuova Roma, una Roma competitiva, che ambiva ad essere più bella e potente, nata per diventare l'antagonista naturale della vecchia Roma e per superarla in splendore.
Costantino voleva ricreare Roma, che nel frattempo cadeva nell'oblio politico, e per farlo non si preoccupo' di spogliare le altre città di ogni ricchezza, tanto che San Girolamo stesso disse "Costantinopoli consacrata:quasi ogni altra città spogliata".
Per il palazzo reale fu scelta la zona sud orientale di Bisanzio, e tutte le case che occupavano quell'area furono abbattute, ai margini della reggia fu edificato un foro di quattrocento metri di lunghezza, rivestito da marmi e circondato da imponenti edifici.
Appena fuori dalle vecchie mura fu collocato il mercato principale, dove fu eretta una pietra miliare in oro, dalla quale si sarebbero calcolate le lunghezze dai luoghi lontani, esattamente come era successo per Roma.
Costantinopoli divenne una città meravigliosamente bella, la sua descrizione meticolosa ci è pervenuta in un documento che ce la racconta ai tempi di Arcadio e Onorio, ossia nei primi decenni del quinto secolo, e la descrive nella sua organizzazione in quattordici settori, ognuno gestito da un curatore, accuratamente sorvegliata di giorno e di notte per garantire la sicurezza della popolazione. Nel primo distretto si trovavano la casa di Placidia Augusta, quella della illustrissima Marina, i bagni di Arcadio, 29 vie, 118 ville nobiliari, 2 porticati, 15 bagni privati e 4 pubblici, 15 mulini privati e 4 popolari definiti "gradus"; con il termine gradus si definivano delle tribune a cui si accedeva salendo scalinate marmoree per ricevere il pane distribuito al popolo, ovvero panis gradilis, gratuito. Il primo distretto descritto non era comunque il più sontuoso, nel secondo infatti si trovavano la chiesa di Santa Sofia, la vecchia chiesa, il senato, una tribuna, un teatro, un anfiteatro, 34 vie, 98 ville, 4 porticati, 13 bagni privati, 4 mulini privati e 4 "gradus" e soprattutto i bagni di Zeusippa, bagni che contenevano innumerevoli opere d'arte in marmo, in pietra e in ottone, statue che rappresentavano gli uomini antichi con una tale intensità che sembrava mancasse solo una folata di vento per risvegliarvi l'anima e il corpo.
L'autore di questo documento, le cui ultime tracce lo fanno risalire a un deposito a Londra nel 1729 ma che non sembra andato disperso, scrisse di Costantino il grande che "aveva costruito vari fori, alcuni per ornamento altri per l'utilità della città", aveva abbellito l'ippodromo con templi, fontane, portici e un senato, garantendo ai suoi membri gli stessi onori e privilegi dei senatori romani".
Anche della residenza di Costantino ci dice che era competitiva con quella di Roma.
Ovviamente, costruire una città così bella e sontuosa avrebbe sollecitato l'interesse di tutte quelle popolazioni barbariche che vivevano di bottini, per cui la difesa della città divenne priorità impellente.
Costantino sfidava Roma, oscurandola e promettendosi di eclissarne anche il ricordo degli antichi fasti, e oltre alle risorse economiche e alle "moderne" prospettive di un'architettura libera di esprimersi in spazi malleabili, la forza che più lo sosteneva era la fede.... quella fede che aveva raccontato di aver abbracciato in una visione prima di una battaglia, lui apprezzato generale, quella fede che l'Oriente aveva già considerato sua, a dispetto dell'occidente capriccioso ancora legato a riti pagani, quella fede che rende un imperatore divino, unica cosa con la chiesa, e dunque assolutamente venerato e rispettato dai sudditi....
Costantino era un uomo intelligente, un gran furbacchione... ci vedeva lungo...
Costantino, appena convertito da un confuso sogno che doveva traghettarlo dall'adorazione del dio sole a quella del Dio Cristiano, chiese all'intimo amico, il vescovo Eusebio di Cesarea, di guidarlo rettamente nella nuova fede, e fece costruire nuove chiese, tutte fornite di copie della Bibbia splendidamente rilegate. Prese la Chiesa sotto la sua ala protettrice, l'arricchì con vistose dote economiche e la esentò dal pagamento delle tasse tanto che un'intera città greca chiese di essere completamente esentata dalle tasse in quanto tutti i cittadini si erano convertiti al cristianesimo...
Oltre ai vantaggi economici, Costantino rivestì la Chiesa anche di poteri giudiziari imponendo che prima del giudizio finale di qualsiasi causa giuridica le parti potevano rivolgersi alla giurisdizione del vescovo locale.
Costantino innalzava la Chiesa Cattolica ma allo stesso tempo la presidiava, quando nel 325... 220 vescovi, quasi interamente di lingua greca, si riunirono in concilio a Nicea per discutere questioni dottrinali fu proprio Costantino a presiedere e controllare le argomentazioni.
Costantino rese grande la Chiesa, e la Chiesa rese grande Costantino, e in tutto questo... Costantinopoli rappresentava il paradiso in terra, una città magnifica che stupiva gli stranieri e li portava a credere che si, proprio a Costantinopoli, la Nuova Roma, Dio e l'umanità avevano stretto un'alleanza evidente...
Il primo imperatore a fare di Costantinopoli la propria residenza sarà Teodosio, Costantino infatti, pur essendo molto fiero della propria creazione trascorrerà gran parte della sua vita altrove e morirà a Nicomedia, la vecchia capitale di Diocleziano.
Il primo imperatore a fare di Costantinopoli la propria residenza sarà Teodosio, Costantino infatti, pur essendo molto fiero della propria creazione trascorrerà gran parte della sua vita altrove e morirà a Nicomedia, la vecchia capitale di Diocleziano.
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