Fu Vespasiano, infine, spalleggiato dalle legioni orientali, a ripristinare l'equilibrio, e lo fece in modo energico.
Tito Flavio Vespasiano era un uomo tutto di un pezzo che si era fatto da se, non discendeva infatti da una famiglia aristocratica, il padre era un modesto esattore delle tasse, e grazie al suo valore militare era riuscito a scalare tutti i gradi dell'esercito.
Come prima cosa, Vespasiano consolidò l'assetto imperiale, spazzando via tutte le reminiscenze della Repubblica e soffocando quindi le nostalgie dei repubblicani, avocò sulla sua persona tutti i poteri dei predecessori e ufficializzò il ruolo dell'imperatore come persona di autorità superiore a tutti, e non come principe primo tra i pari, come altri imperatori (Tiberio per esempio) avevano cercato di proporsi per non turbare troppo gli equilibri politici.
Stabilì la sua linea successoria nei figli Tito e Domiziano e diede vita alla dinastia Flavia, ossia quella della sua gens.
Vespasiano consolidò quindi l'assetto gerarchico imperiale, risanò le finanze, attuando una politica seria e controllata e intraprese grandi lavori pubblici, come il Colosseo, anche chiamato anfiteatro Flavio.
La situazione economica ereditata da Vespasiano era drammatica, Nerone aveva sperperato tutto il patrimonio e le casse dello stato erano vuote, per riuscire a risanarle Vespasiano dovette diventare un amministratore avaro e istituire nuove tasse, come quella... sull'urina, la centesima venalium.
L'urina era un bene come un altro nell'antica Roma, un bene prezioso perché, raccolta dai bagni pubblici e dalle cisterne condominiali, veniva venduta alle lavanderie quale ingrediente indispensabile per trasformarsi in ammoniaca, elemento sbiancante utilizzato per il lavaggio dei panni.
Il figlio Tito manifestò la propria contrarietà verso questa disdicevole tassa, che considerava umiliante, ma Vespasiano gli rispose tranquillamente dicendo che il denaro non ha odore.
La costruzione del Colosseo è stata ampiamente finanziata dalle latrine di Roma, che già 2000 anni fa venivano chiamate dal popolo "vespasiani".
Con Vespasiano la corte vive quindi un periodo di rigorosa austerità, tutte le spese superflue furono abolite in favore di un'oculata amministrazione pubblica, prima di avviare ogni opera o lavoro dovevano essere presenti in bilancio i fondi necessari.
Seppe destreggiarsi bene anche con l'amministrazione delle province, estendendo il diritto di cittadinanza a molti funzionari benestanti, sedò le ribellioni in Britannia dove riuscì a instaurare un periodo di pace e benessere e rafforzò le truppe lungo i caldi confini tra il Reno e il Danubio.
Fu Vespasiano a ordinare a suo figlio Tito, nel 70 d.C., la distruzione del tempio di Gerusalemme, di cui restò solo il muro del pianto.
Morì a 70 anni di malattia, dopo aver regnato 10 anni. Era l'anno 79.
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