Nerone Imperatore


Solo sentendo pronunciare il nome di Nerone vengono in mente le immagini di un pazzo che declama orride poesie o che strimpella la cetra pretendendo entusiastici ed immeritati applausi, o ancora l'uomo accusato di aver bruciato Roma per un capriccio, o per ricostruirla a sua immagine e somiglianza, lasciando che le fiamme devastassero la città per sette giorni e sette notti, provocando morte e desolazione... ma sapete una cosa, probabilmente lui, almeno in questo caso, non centrava proprio nulla...
Nerone è un personaggio complesso, contraddittorio, tutto e il contrario di tutto.

Partiamo dall'inizio, ovvero dal suo nome alla nascita, Lucio Domizio Enobardo, figlio di Agrippina, sorella di Caligola,  e di Gneo Domizio Enobardo, il nome fu cambiato quando la madre, risposatasi con l'imperatore Claudio, lo convinse ad adottarlo per garantirli una linea di successione. Il padre naturale gli lascerà in eredità la rossa barba di famiglia da cui deriva il nome di Enobardo, rosso come il vino.

L'ambizione di Agrippina era smisurata, non paga nell'aver sposato un imperatore voleva garantirsi un futuro lungo e prospero, ben sapendo che la madre di un imperatore sarebbe stata più al sicuro rispetto ad una moglie...

Fece adottare così il figlio dal marito, che diventava così Nero Claudius Drusus Germanicus,  e per consolidare il suo diritto al trono, all'età di 16 anni, lo fece sposare con la figlia di Claudio, la dodicenne Ottavia. Quando Claudio mostra segni di ripensamento sul nome del suo successore muore avvelenato, e per assicurarsi che il figlio quattordicenne Britannio non salga al trono gli serve un bel piatto di funghi velenosi.
Nerone diventa quindi imperatore quando ancora non ha compiuto 17 anni.

Il giovane si dimostra un imperatore promettente, nonostante l'insidiosa interferenza della madre, affamata di potere, è attratto dalle arti e dalla letteratura ed è ispirato da intenti di ampio respiro culturale e sociale. Il suo consigliere più prezioso è il suo precettore d'infanzia, il Senatore Seneca, uomo illuminato che lo guida in un governo saggio e moderato. 
I primi 5 anni del suo regno sono forse i migliori che la storia di Roma possa ricordare grazie a importanti riforme a sostegno del popolo.

La vita di corte, però, diventa ingestibile. Agrippina è troppo ambiziosa e rappresenta una pericolosa interferenza negli affari di Stato e Seneca convince Nerone ad ammazzarla, anche perché Agrippina sembra realmente ordire intrighi per detronizzare il figlio a favore di un altro uomo con cui intendeva risposarsi. 
Questo omicidio tormenterà sempre la coscienza di Nerone, che da questo momento perderà quella lucidità mentale che aveva dimostrato facendosi dominare dalla paranoia e dalla megalomania.
Nerone diventa capriccioso, ogni suo desiderio deve essere immediatamente esaudito, si fa beffa del senato che vuole allegramente umiliare, di fronte al popolo, nei giochi Neroniani in cui lui stesso si cimenta come musicista o poeta. 
Si innamora di Poppea, la moglie di un amico di infanzia, ripudia quindi la moglie costringendola all'esilio e quando l'opinione pubblica si solleva ne simula il suicidio e la fa ammazzare.

Poi Roma bruciò. Un grandissimo incendio si abbattè sulla città devastandola per un'intera settimana, i nemici di Nerone, che erano ben numerosi, gli mossero l'accusa di aver fatto appiccare il fuoco personalmente, ma Nerone era, probabilmente, innocente in questa occasione e per discolparsi decide di ribaltare le accuse su qualcun altro, qualcuno che potesse essere osteggiato dall'opinione pubblica tanto quanto lui: i Cristiani

Già, i Cristiani, quella comunità che cresceva ogni giorno, di cui si sapeva poco, costituita da gente che predicava la povertà, l'uguaglianza, il bersaglio perfetto su cui scatenare una prima, grande persecuzione in grado di convogliare l'odio della gente verso un nemico diverso...

Gli incendi erano comuni all'epoca, gli appaltatori erano affaristi spregiudicati e costruivano palazzi di sei piani in legno in cui vivevano ammassate centinaia di persone, dopo il grande incendio sarà proprio Nerone a riformare la legge urbanistica stabilendo distanze minime tra gli edifici e imponendo l'uso di materiale ignifugo come il cemento... ma allo stesso modo sarà sempre lui a far edificare la Domus Aurea nel logo del rogo, espropriando il terreno per erigere una villa così lussuosa da lasciare chiunque esterefatto...

La ricostruzione di Roma e i giochi da lui imposti costarono molto denaro alle casse dello stato e Nerone attuò una svalutazione dell'oro per ridurre il debito imperiale e creando una crisi che vedrà le province protestare pesantemente e fare pressioni sul Senato per la sua destituzione.

Il Senato,  ridicolizzato ed esautorato continuamente di fronte al popolo, inizia a ordire una congiura per rimuovere Nerone e sostituirlo con Gaio Calpurnio Pisone. Purtroppo però l'intrigo viene svelato e i congiurati ammazzati o costretti a farlo personalmente, come nel caso di Seneca stesso...

Nerone trascorre quindi un anno in Grecia, il suo amore per la cultura ellenica sembra essere l'unica consolazione per estraniarlo dagli affari di stato, dagli intrighi di corte e dai tanti lutti che perseguitano la sua famiglia, non sempre causati dalla sua mano, come nel caso della moglie Poppea, probabilmente morta di parto e poi sostituita con Statilia Messalina.

Ma ormai quel che è fatto è fatto, non ha più  amici, non ha più sostenitori, è circondato solo più da personaggi infidi che approfittano del regno del terrore che ormai regna ovunque per cui basta una soffiata,  una chiacchiera di cortile per ricevere un'accusa a caso e morire nella pubblica via con sommarie esecuzioni.

Il Senato decide quindi di destituirlo e Nerone, fuggito in campagna, preferirà farsi ammazzare dal suo schiavo piuttosto che essere catturato e ammazzato in piazza. Muore quindi, all'età di 30 anni.



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