Sant'Agostino e Pelagio, due figure fondamentali nella visione religiosa del tardo Impero romano
Sant'Agostino e Pelagio furono due eruditi che influenzarono fortemente il pensiero cristiano e il rapporto tra Cristianesimo, vita sociale e scelte belliche degli ultimi anni dell'Impero Romano.
Sant'Agostino
Di Sant'Agostino sappiamo molto perché i suoi scritti sono sopravvissuti al tempo, ovviamente al tempo in cui visse non era conosciuto come Sant'Agostino ma come il vescovo Agostino D'Ippona, nel Nord Africa.
Le due opere più note di Sant'Agostino sono Le confessioni e la Città di Dio, quest'ultima opera può essere letta come la risposta alle invasioni barbariche e la reazione alla debolezza dell'Impero romano e che portarono Agostino a rifiutare gli imperi terreni per affermare che l'unico regno era quello spirituale della Chiesa.
Estraniandosi dalle questioni politiche per rivolgersi esclusivamente alle questioni spirituali Agostino abbandona tutte le comunità religiose dell'esercito, a cui serviva invece una chiesa militante in grado di motivare, sostenere emotivamente e unire le truppe, soddisfando ampiamente le esigenze del clero, rafforzandone il potere della Chiesa rispetto alla gente comune, forti della designazione divina dei propri ruoli sociali e della necessità di intercedere nelle vicende umane, rendendo i preti figure istituzionali sempre più importanti nel rapporto con la religione.
Pelagio
Pelagio era un monaco di origine britannica, i suoi scritti sono andati distrutti in quanto considerato un eretico, Pelagio sosteneva che le vicende umane non necessitavano della guida divina e dei preti ed esaltava invece il libero arbitrio delle singole persone. Il pensiero di Pelagio è sicuramente più moderno e individualista, specchio di quella Britannia che, seppur romanizzata, aveva conservato un approccio spirituale più orientato alla tradizione celtica e che aveva accolto in modo molto più autentico gli insegnamenti di Gesù Cristo, sottraendosi alla mercificazione del cattolicesimo in favore di un'autenticità più concreta.
I diversi approcci di Sant'Agostino e di Pelagio non sono solo il riflesso di un'epoca di crisi, sono le basi di nature alimentate da diverse culture e queste differenze concettuali resisteranno nel tempo tanto da sfociare, 1000 anni dopo, nella rivoluzione protestante e la conseguente diffusione dell'anticonformismo in tutta Europa.
Questi due grandi eruditi del quinto secolo non si limitarono quindi a rispondere - o a non farlo affatto - per capire se valesse la pena di combattere per un impero decadente, ma anticiparono la frattura religiosa che si consolidò nei secoli a venire.
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