L'esercito del Tardo Impero Romano


Se dell'esercito della Roma Repubblicana sappiamo molto, grazie alle testimonianze del trattato di Polibio, scrittore e soldato romano, nessuno degli storici del quinto secolo si interessò della vita delle truppe e le fonti si limitano alla descrizione delle alte cariche militari senza considerare le singole unità, ignorando inoltre i resoconti delle battaglie che venivano liquidate in poche, scarne, righe.

L'esercito cambiava, così come cambiavano le minacce che si preparava a fronteggiare, ma gli eruditi del tempo se ne disinteressavano ampiamente, dimenticando il ruolo dell'esercito nella storia di Roma.

L'esercito del tardo Impero era un esercito rigido, amministrato in modo poco pratico e profondo da alti strati di potere che burocratizzavano gli aspetti della vita militare, ma la suddivisione in unità più piccole rispetto alle precedenti permetteva in un certo senso ad alcuni generali di godere di maggiore iniziativa.

I militari venivano formati in una vera e propria accademia, una scuola da cui emergevano gli ufficiali, spesso aristocratici, ma in cui molti sottufficiali provenivano dagli strati umili della popolazione, segnalati per la carriera militare dai propri superiori per essersi distinti sul campo. Ogni milite quindi poteva accedere alla carriera militare per merito, e la carriera militare premiava i più valorosi indipendentemente dai ranghi di provenienza.

Le antiche legioni, composte anche da settemila uomini, divisi in coorti e centurie, non esistevano più, la riorganizzazione dell'esercito aveva creato molte unità più piccole e ora l'esercito dell'Impero era suddiviso prevalentemente in numeri a cui afferivano dai 500 ai 1000 uomini.

I vecchi centurioni romani furono sostituiti dai tribuni, ossia comandanti di unità provenienti dalla scuola dei tribuni, e potevano essere tanto i giovani aristocratici senza esperienza sul campo, ma col vantaggio di una dote economica su cui poter contare, o veterani promossi dai ranghi inferiori.

Certo non tutti i tribuni erano uguali, indipendentemente dall'esperienza e dalla provenienza, il tribuno di un limitaneus numeros comandava su un centinaio di soldati mentre un tribuno di un equus comitatensis comadava sulla cavalleria elitaria e il tribuno di una auxilia comandava su una fanteria di centinaia di uomini. Più importante era il ruolo ricoperto, più prestigioso il comando esercitato.

Le armi

L'abbigliamento militare e la dotazione di armi dell'esercito era cambiata con il tempo, non c'erano più soldati con le gambe nude e i sandali ai piedi, ricoperti di corazze a piastre, ora la divisa era composta da cotte di maglia, tuniche e pantaloni e il gladius, la corta spada dei legionari era stata sostituita da armi spesso ispirate  a quelle dei nemici, come l'arco dei barbari.

L'organizzazione


All'inizio dell'impero l'esercito era composto da legionari, ossia soldati di cittadinanza romana, e ausiliari, uomini provenienti dalle province conquistate che prestavano il servizio per conquistare la cittadinanza, c'erano inoltre i foederati, le unità di frontiera.
L'imperatore Caracalla nel 212 riformò la cittadinanza romana, garantendola a tutti i cittadini liberi che risiedevano all'interno dei confini imperiali di conseguenza non ci fu più distinzione tra legionari e ausiliari anche se le legioni continuarono a operare all'interno del territorio e gli ausiliari confluirono con i federati nelle zone di frontiera, che ora si chiamavano comitatenses e limitanei.
La riforma di Diocleziano aveva ridotto di molto i numeri delle singole unità e anche se alla base di questa riduzione c'era la volontà di scongiurare colpi di stato, evitando quindi che i generali potessero esercitare il proprio potere su un numero di truppe fedeli così elevato da mettere in pericolo il trono, ebbero anche l'effetto di rendere l'esercito più flessibile, facilmente manovrabile nel territorio e più adatto a reagire alle incursioni dei barbari, che attaccavano in modo disordinato seguendo logiche d'attacco completamente diverse dalle battaglie che l'antico esercito era abituato a combattere.
Anche le gerarchie di comando cambiarono e assunsero nuovi nomi, gli antichi legati che comandavano le legioni furono sostituiti dai magister mentre gli eserciti di frontiera erano capitanati da un dux o da un comes. Il magister militum era il braccio destro dell'imperatore e nella gerarchia dei poteri era il secondo in carica dell'impero.
Molti soldati dell'esercito furono destinati ad una forza speciale incaricata di proteggere la vita dell'imperatore, i praefecti comitatenses, di fatto, privilegiando la sicurezza dell'imperatore si indebolirono le frontiere e le province, più vulnerabili perchè meno presidiate.

Reclutamento

L'esercito del primo impero, reduce delle riforme repubblicane, era un esercito a cui si aderiva su base volontaria e godeva di grande prestigio. I legionari si arruolavano per ottenere un pezzo di terra da coltivare al momento della pensione, gli ausiliari si arruolavano per ottenere la cittadinanza romana. In ogni caso, i soldati percepivano un buono stipendio. Con la riforma di Caracalla non c'erano più motivi che spingessero i soldati ad arruolarsi negli ausiliari, in quanto ormai la cittadinanza era acquisita, e allo stesso tempo la svalutazione della moneta, in un'epoca di insicurezze in cui si alternarono 30 imperatori in altrettanti anni, cancellò praticamente la paga dei soldati.
I soldati iniziarono a dipendere economicamente dai comandanti ricchi, e non avevano una paga regolare ma potevano magari sperare in qualche elargizione in occasione degli eventi bellici più significativi. Le armate si potevano quindi comprare, proprio in un momento in cui la fedeltà dell'esercito doveva essere strategicamente salda il sistema imperiale li trasformava in mercenari.
Ad arruolarsi, nel tardo impero romano, non erano più soldati motivati dal voler migliorare la propria posizione ma persone costrette a farlo per qualche obbligo, principalmente per debiti o per non pagare le tasse, perché era concesso al padre famiglia di non pagare le tasse se faceva arruolare un proprio figlio. Queste truppe erano chiaramente demotivate, non combattevano più per la gloria di Roma.
Il grosso dell'esercito era costituito proprio dai barbari, da quei barbari ormai romanizzati delle province annesse che si erano ben adattate al governo romano senza però dimenticare l'importanza di difendere le nuove frontiere di casa propria e con una solida tradizione militare alle spalle, per questi ex barbari la carriera militare era ancora l'occasione per distinguersi sul campo e ambire ai più alti gradi dell'esercito.


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